In arrivo il supervaccino
Un vaccino universale contro tutte le varianti del virus che ci libererà dalla necessità di preparare un siero differente ogni anno e che ci metterà al riparo da pandemie improvvise come quella del 2009. E' stato messo a punto dai ricercatori americani del National Institute of Allergy and Infectious Diseases (Niaid) rivelandosi efficace in topi, scimmie e anche nei furetti (animali colpiti dall'influenza in modo simile all'uomo, e per questo molto usati negli studi sui vaccini). Prima che possa essere somministrato anche alla nostra specie, serviranno almeno altri tre anni di sperimentazioni. Il vaccino universale funziona infatti grazie a due iniezioni. La prima inocula nell'organismo minuscoli frammenti di Dna, gli stessi che il virus dell'influenza utilizza per assemblare una proteina sulla sua superficie esterna: l'emoagglutinina. Si tratta di un elemento chiave per il microrganismo: è il grimaldello che gli permette di agganciarsi alle cellule delle sue vittime e infettarle. Ed è allo stesso tempo uno dei caratteri che mutano con maggiore rapidità, spiazzando i ricercatori a caccia di una cura definitiva. La reazione all'iniezione ha protetto gli animaletti contro tre virus influenzali assai diversi fra loro: uno apparso nel 1934 e particolarmente violento, uno circolato nel 2006, e infine la temibile influenza aviaria del 2007 che nel silenzio ancora oggi continua a infettare uomini e pennuti. Le prime sperimentazioni sull'uomo del sistema di immunizzazione messo a punto a Bethesda stanno per partire da un momento all'altro. "Un vaccino a largo spettro - spiega Gary Nabel, coordinatore dello studio - è anche un'assicurazione contro le epidemie del futuro, contro le quali non abbiamo vaccini stagionali studiati in anticipo".
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