Idee per un week end: Spoleto
Ci sono al mondo luoghi e nomi e artisti che tutti conoscono. E che hanno visto. O che vorrebbero vedere. Spoleto è tutto ciò. E’ arte in ogni momento ricca com’è di chiese – data la sua lunga appartenenza allo stato pontificio – che custodiscono capolavori. Al cuore di Spoleto, ossia alla chiesa per eccellenza, il Duomo, si deve arrivare dalla scalinata di via dell’Arringo. E’ questo il punto ideale per provare l’emozione che sa suscitare questa cattedrale con il suo affaccio sulla piazza. La bellezza dell’interno si concentra su una serie di opere d’arte, con dipinti del Pinturicchio e una scultura del Bernini, ma eccelle negli affreschi absidali di Filippo Lippi, che si vuole sia stato avvelenato per aver sedotto la figlia di un nobile locale. Emoziona anche una lettera autografa di San Francesco inviata a Frà Leone , conservata originariamente nella chiesa minoritica di S. Simone, salvata per fortuna dopo varie peripezie cui andò incontro tra la fine del secolo scorso e gli inizi di questo, e oggi esposta nella cappella delle reliquie della cattedrale spoletina. Nel cuore della città del Festival dei Due Mondi, un punto di riferimento gastronomico è il ristorante “Sportellino”. Il bello di questo locale, naturalmente oltre al gustare i piatti tipici della zona, con pasta fatta in casa e carne alla brace, è che appena ci metti piede ti sembra di entrare a casa. Riprendendo la statale Flaminia che da Spoleto porta verso Foligno, nei pressi di Campello si incontrano le Fonti del Clitunno, note fin dall’antichità, descritte da Virgilio e da Plinio, cantate dal Carducci. Sono una serie di polle d’acqua sorgiva che, prima di incanalarsi nell’omonimo fiume, si allargano in un laghetto, tra alti pioppi e salici piangenti. Gli antichi popoli, di fronte a tale scenario, ne furono sicuri: qui risiedeva il dio Clitunno, il dio fluviale che dispensava i suoi oracoli dal profondo delle acque. E le acque divennero sacre. In onore dei dio i romani eressero templi, ville e terme. Rimane di quell’antico periodo un Tempietto votivo, dedicato al dio, all’interno del quale sono custoditi reperti romani, nonché un ciclo di affreschi del VII secolo dopo Cristo, ritenuti i dipinti sacri più antichi dell’Umbria. Proseguendo sempre lungo la Flaminia si incontra il piccolo nucleo medievale di Pissignano con il castello dove fu ospite Federico Barbarossa, reduce dalla distruzione di Spoleto, mentre il suo esercito era accampato sulle rive del Clitunno. Nei dintorni, Trevi che ebbe nel Medioevo e nel Rinascimento il suo periodo migliore, caratterizzato da straordinari commerci.
Per contattarci scrivi a info@labandadeglionesti.net