un week end in costiera amalfitana
Se la bellezza della Costiera amalfitana, da Vietri a Positano con Amalfi come suo centro propulsore, è fin troppo nota e non abbisogna di essere ulteriormente reclamizzata, val la pena di spendere due parole sull’entroterra che arriva fino a Tramonti. Il toponimo non ha a che vedere né con l’altitudine né con la posizione felice per spiare il sole calante, bensì con il vento di tramontana. La strada che porta lassù passa per le terrazze fiorite di Ravello, guscio di delizie romantiche amato da artisti come Richard Wagner e Gore Vidal. Da visitare il duomo dedicato a San Pantaleone (1086), dove è conservata un’ampolla del suo sangue che si liquefa; villa Rufolo, dove Wagner scrisse il Parsifal; villa Cimbrione, edificio eclettico con un panoramico belvedere da cui si domina tutta la costa fino a punta Licosa e l’interno fino alla piana di Paestum. A Tramonti, sulle pendici dei monti Lattari, si rifugiarono tra il 500 e il 550 d.C. popolazioni di origine romana provenienti da Melfi. Profughi scampati agli attacchi saraceni. Si acclimatarono in questi boschi ricchi di acque e molti secoli dopo ridiscesero al mare dove fondarono Maiori e Cetara, così come venivano dai castagneti di Scala gli antichi abitanti di Amalfi. Dei suoi trascorsi bisogni difensivi, Tramonti conserva solo la Torre di Chiunzi, ultimo residuo dell’imponente mastio del castello. Gli abitanti sono artigiani noti per l’abilità con cui intrecciano cesti, panieri e spaselle (cesti a forma di guantiere usati nelle pescherie e realizzati con la scorza dei castagni tagliata in larghe strisce). Compiendo a ritroso il percorso dei profughi, si torna sulla costa a Maiori, dove c’è da visitare l’eremo di Santa Maria de Olearia, una chiesa rupestre trasformata in badia nel 973, con catacombe medievali e affreschi rinascimentali. La cittadina, moderna, non offre molto ma ha ampie spiagge. Amalfi è un pugno di pietre in un guanto di roccia e il suo Duomo è un diamante incastonato in una manciata di case tanto pittoresche quanto anarchiche. La cattedrale di Sant’Andrea, fondata nel IX secolo, ma rimaneggiata a più riprese, è un delirio di stili (normanno, bizantino, islamico), accostati con gusto e coraggio. “Dio creò Amalfi in un giorno di sole e buon umore”, soleva ripetere il professor Alessandro Cutolo. I costruttori del duomo amalfitano lo hanno imitato. Nel centro storico di Amalfi vi consigliamo una cena accomodati a un tavolo della terrazza che dà su uno degli strusci più affascinanti d’Italia, stiamo parlando dell’antica trattoria Da Gemma, dove potrete gustare i piatti di mare e le ricette della cucina campana tradizionali.
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